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Il Presidente

Triestino, classe 1968, giornalista professionista ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia laureandosi a pieni voti con una tesi in “Psicologia della comunicazione”. “Fermenti a NordEst, economia, scienza e cultura nel nuovo scacchiere geopolitico” è il programma di Radio Rai che cura e conduce dagli studi della sede Rai del Friuli Venezia Giulia, mentre “Teorie e tecniche di comunicazione per la cooperazione e l’emergenza” è il corso che tiene alla laurea magistrale in Diplomazia e Cooperazione Internazionale, l’unica in Italia con cui il dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’università degli studi di Trieste forma funzionari internazionali di alto profilo professionale competenti negli ambiti della diplomazia, della cooperazione e della comunicazione.
È stato portavoce del Sector West della Nazioni Unite in Libano (Italia, Francia, Ghana, Corea del Sud, Slovenia, Brunei e Malesia) e del contingente italiano in ottemperanza alla Risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell’ONU, nonché senior expert di comunicazione del programma “Instrument for Stability” della Commissione europea.
Ha iniziato l’attività giornalistica al quotidiano “Trieste Oggi”. Successivamente è stato redattore della “Cronaca Nord-Est” e collaboratore del quotidiano “Il Piccolo”. Corrispondente del giornale milanese “L’Indipendente” a metà degli anni Novanta, ha poi lavorato alla redazione di “Telequattro”, emittente televisiva regionale del Friuli Venezia Giulia. Successivamente è stato assunto dall’Agenzia di Stampa “Ansa” e, infine, dal quotidiano “Il Gazzettino” dove ha concluso l’attività professionale di giornalista per assumere incarichi di vertice nell’ambito della comunicazione sia in Italia sia all’estero, e per dedicarsi all’insegnamento. Sue inchieste e articoli sono stati pubblicati dal giornale economico “Il Sole 24 Ore”, da “Il Messaggero” e dal settimanale "Panorama".

Tra le esperienze giornalistiche all’estero ha firmato reportage dall’Est Europa, Iraq, Giordania, Libano, Malesia, Francia, Ghana, Grecia, Egitto e dagli Stati Uniti d’America dove, nell’ottobre del 2003, ha documentato per “Il Gazzettino” l’arrivo dell’uragano “Isabel”, uno dei più violenti fenomeni naturali della storia che si è abbattuto devastando parte della costa nord-orientale. Ha seguito, inoltre, con la qualifica di inviato, diverse operazioni militari all’estero.

Cultore della materia nel settore scientifico-disciplinare SPS/08 “Sociologia dei processi culturali e comunicativi”, dall’anno accademico 2016-2017 è assegnatario del corso di “Teorie e tecniche di comunicazione per la cooperazione e l’emergenza” alla laurea magistrale in Diplomazia e Cooperazione Internazionale dell’università degli studi di Trieste. Precedentemente, dall’anno accademico 2011-2012 all’anno accademico 2015-2016, è stato professore a contratto di “Giornalismo e nuovi media”, “Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico e radiotelevisivo” e “Storia del Giornalismo e delle comunicazioni sociali” al corso di laurea triennale in Scienze della Comunicazione del dipartimento di Studi Umanistici dell’università degli studi di Trieste, nonché docente del “Laboratorio di Scrittura” al corso di laurea triennale in Relazioni Pubbliche dell’università degli studi di Udine. Fino all’anno accademico 2011-2012 è stato docente al Master di 1° livello in “Analisi e gestione della comunicazione” alla facoltà di Scienze della Formazione dell’università degli studi di Trieste.

È co-autore del libro “La sicurezza sul lavoro dei ricercatori in zone a rischio geopolitico. Cos’è la normalità tra intelligence e terrorismo?”, un volume che è di fatto il primo strumento in Italia, e probabilmente in Europa, in grado di offrire un panorama del quadro di sicurezza internazionale. Edito nel 2017 da EUT (Edizioni Università di Trieste) è dedicato alla memoria di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso nel 2016 in Egitto mentre stava conducendo una ricerca sui sindacati indipendenti. “Lampi di guerra sul Libano” edito da Italo Svevo nel 2009 è, invece, il titolo del libro scritto sulla missione di pace dei caschi blu dell’Onu in Libano durante l’ultima guerra israelo-palestinese nella Striscia di Gaza. Fare i conti con la vita non è facile, farli con la guerra è ancora più difficile, ma questa è la condizione che, dopo un sintetico ma completo prologo dell’ambasciatore Gabriele Checchia, il quale offre al lettore una carrellata del contesto storico in cui si articola lo scritto, ha consentito a Vitale di raccontare il susseguirsi stancante dei “cessate il fuoco” che da anni non riuscivano più a dare sicurezza di pace fino al giorno del nuovo sogno americano: 20 gennaio 2009, il giorno dell’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca, il day after della fine della guerra israelo-palestinese “Piombo Fuso”. E’, altresì, autore di dispense di giornalismo e comunicazione.

Cavaliere e Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, tra le altre onorificenze è insignito della medaglia commemorativa delle Nazioni Unite, della medaglia commemorativa per missione di pace UNIFIL, della medaglia di Bronzo al Merito della Croce Rossa Italiana e del Sigillo Trecentesco della Città di Trieste. Ha, inoltre, ricevuto un Encomio dalla Joint Task Force Lebanon Headquarters dell’ONU. Vitale ha vinto il premio speciale alla carriera giornalistica Aerec (Accademia Europea Relazioni Economiche Culturali), il premio Agape e il premio Africa-Italy Excellence Awards.

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